Una trasformazione è per definizione il passaggio da un punto a un altro.
Il primo passo per iniziare una trasformazione, quindi, è fare il “punto zero”, prendere consapevolezza di dove ci troviamo nel momento attuale riflettendo sul nostro passato per prenderlo come maestro e analizzando gli errori che ci hanno condotto qui.
E’ solo avendo ben chiaro il punto in cui ci troviamo che possiamo poi disegnare la strada che ci condurrà al punto che desideriamo raggiungere. E’ come quando impostiamo la destinazione di interesse nel navigatore e il GPS ha bisogno di localizzare la posizione in cui ci si trova per calcolare il percorso più rapido.
Ricordiamoci che tutto ciò che sta tra questi due punti, il percorso di trasformazione appunto, non sarà mai una retta, non potrà essere lineare, piuttosto sarà una linea curva di “altri e bassi” alla continua e costante ricerca di un equilibrio. La ricerca di un equilibrio psicofisico è il nostro principale obiettivo quando pensiamo al nostro benessere, e l’equilibrio in sé è sempre qualcosa di dinamico. Se ora ti metti in stazione eretta e magari chiudi un attimo gli occhi per ascoltare il tuo corpo, ti accorgerai che questo non è immobile, ma subisce dei micro movimenti in ogni direzione la cui risultante è l’equilibrio.
Io stessa anni fa ero in sovrappeso ed ero attanagliata da una costante sensazione di inadeguatezza. Nel momento in cui mi sentivo fuori forma, stressata, inadeguata, scontenta, il mio punto zero è iniziato con la decisione di svoltare. Prima di raggiungere la forma fisica e atletica di oggi, però, gli alti e bassi non sono affatto mancati, e dal sovrappeso ho sperimentato anche l’anoressia. E’ stata la profonda conoscenza di me e del mio corpo che mi ha permesso di prenderne le redini.
Ogni volta che iniziamo qualcosa di nuovo, lo facciamo principalmente per due motivi:
- per necessità (reazione a un problema) oppure
- per sfida (azione di grande coraggio).
Io per esempio ho iniziato a fare movimento per necessità, perché avevo l’obiettivo di dimagrire parecchi chili che mi stavano appesantendo sia il corpo che l’anima. Successivamente ho iniziato a correre seriamente per sfida, al tempo ero già in forma e non avevo la necessità di usare la corsa come strumento per dimagrire.
Il cambiamento stesso può essere scatenato da due ragioni: da una grande paura o da un grande coraggio.
Il fatto di fare il punto zero è un’azione di grande coraggio, in quanto si tratta di farsi un’autoanalisi che non è cosa molto piacevole in genere per questi motivi: noi siamo il peggior giudice di noi stessi, e può rivelare dei punti di debolezza o degli errori che abbiamo fatto in passato e ci hanno portato dove siamo oggi.
In poche parole ci rende più consapevoli. Produce indubbiamente uno shock, ricordiamoci però che, utilizzando come metafora un fenomeno del campo della meccanica, l’acciaio per diventare più forte e resistente viene prima scaldato ad alta temperatura e poi viene velocemente raffreddato. Questo shock termico lo rinforza, ed è ciò che succede anche a noi stessi, che abbiamo bisogno di vivere dei piccoli shock per diventare più forti e sicuri.
Come possiamo, quindi, diventare più consapevoli del punto in cui ci troviamo?
Ti propongo un utile esercizi di autoanalisi, che consiste nel rispondere ad alcune domande.
Parlando di benessere, entrano in gioco la nostra alimentazione, l’attività fisica che facciamo e i pensieri che ci guidano.
Pensando al pilastro nutrizione inizia a chiederti:
- “Come mi sto comportando a tavola in questo momento?“
- “Quali cibi, che so essere poco funzionali, sto mangiando con frequenza?“
Per andare più in profondità puoi chiederti:
- “Quando mangio lo faccio perché ho veramente fame oppure per colmare un vuoto o assopire un’emozione forte?“
Consapevolezza per una trasformazione fisica
Iniziare a scrivere il tuo diario alimentare ti aiuta a identificare quelli che possono essere i primi grossolani errori che hai fatto fino a oggi.
Pensando al movimento chiediti:
- “Cosa sto facendo in questo momento per mantenere il mio corpo attivo?
- Mi sto spalmando sul divano oppure mi sto dando un po’ da fare?“
Analizzando infine il tuo mondo interiore è importante individuare anche quelli che sono oggi i pensieri ricorrenti che hai di te.
- “Cosa penso di me?”
- “Quali sono le convinzioni che ho su di me?”
Se per esempio credi di essere una persona grassa, cioè destinata a rimanere tale oppure che difficilmente potrà essere in forma, probabilmente è perché magari ad oggi non hai fatto nulla per cambiare o quel poco che hai fatto non ti ha dato la soddisfazione di un risultato concreto e duraturo. In questo modo ti stai identificando con questa realtà momentanea, allo stesso modo in cui dici “Io SONO x ” e pronunci il tuo nome. Ti identifichi con una situazione che non sei tu, è solo una forma di te transitoria.
Nessuno nasce grasso, lo diventa nel tempo per una serie di scelte fatte nell’arco della vita e così allo stesso modo ha anche la possibilità di scegliere di tornare in forma. Come diceva Ford “Che tu scelga di farcela o di non farcela, comunque hai ragione“, è sempre una nostra scelta.
- ”Quali pensieri e convinzioni radicate hai di te?”
- ”Cosa credi di saper fare e di non saper fare?”
La consapevolezza dei pensieri che ad oggi hanno guidato le tue azioni, degli atteggiamenti che hai a tavola e di come stai attivando o meno il tuo corpo, è il primo grande punto di partenza e il primo passo verso la tua trasformazione e significa smettere di scappare dalla realtà per guardare avanti.
Ora che sei arrivata qui fermati, prendi carta e penna per rispondere a queste domande anche se sarà difficile ti verrà voglia di fare altro, lo so ed è normale, ma solo affrontando la realtà possiamo renderci consapevoli.
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