La Maratona di New York è molto più di una semplice gara, è un simbolo, un’esperienza epica che incarna lo spirito di sfida, resilienza e trionfo. Correre attraverso i cinque quartieri di questa città, incitati dal tifo di milioni di persone, non è solo un traguardo sportivo, ma un vero e proprio viaggio di trasformazione. C’è chi la definisce un mito, un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita, e io non posso che essere d’accordo, avendola prima vissuta in prima persona nel 2017 e quest’anno insieme a un gruppo di persone straordinarie.
Quest’anno (2024) ho avuto l’onore di guidare un piccolo gruppo di coraggiosi che, partendo da zero e da una condizione di fuori forma, hanno deciso di affrontare la maratona di New York. La sfida non è stata solo fisica, ma anche mentale: hanno superato ostacoli, combattuto contro la paura dell’ignoto e la convinzione di “non farcela”. Questo viaggio li ha trasformati in veri eroi.
In questo articolo troverai:
Le origini della maratona di New York
Sono passati 54 anni da quando, nel 1970, un “piccolo” gruppo di 127 runner (tra cui una sola donna) si presentò al via della prima edizione della maratona di New York, il cui percorso all’epoca era tutto all’interno di Central Park. A quel tempo iscriversi costava solo un dollaro.
Tagliarono il traguardo in 55, i primi finisher di quella che oggi è la maratona più famosa e celebrata al mondo. Da allora la New York City Marathon ha prodotto numeri via via sempre più grandi, fino a diventare la gara regina che conosciamo, quella che tutti vogliono correre almeno una volta nella vita.

I numeri della maratona di New York.
Quest’anno oltre 54 mila maratoneti hanno preso parte alla 53a edizione della TCS New York City Marathon. Migliaia di corridori provenienti da tutto il mondo, di cui 2.443 italiani, seconda nazione più rappresentata dopo gli Stati Uniti.
Un’organizzazione pazzesca che ha visto coinvolti 10 mila volontari la settimana della gara e 7 mila il giorno della maratona, 550 autobus per il trasporto dei runners alla partenza, e allo start 80mila bottigliette d’acqua e 43mila bagels sono stati distribuiti ai partenti per fare uno spuntino prima di correre.
Questo evento di portata mondiale ha anche un’importante componente solidale: i runners, infatti, hanno la possibilità di donare gli abiti usati con cui si proteggono dal freddo fino al colpo di cannone della partenza sulle note dell’immancabile “New York, New York”. Questi abiti lasciati dai runners lungo il primo tratto di percorso vengono così recuperati e donati ad associazioni benefiche (quest’anno sono state raccolte 1123 tonnellate di vestiti).
Quella del 2024 è stata un’edizione particolare, perchè nella giornata della maratona si è anche celebrato l’ingresso della TCS Sydney Marathon, settimo membro della prestigiosa Abbott World Marathon Majors (leggi fino in fondo per maggiori dettagli).

Perché la maratona di New York è diversa
Partecipare alla maratona di New York è come entrare a far parte di una leggenda. La gara attraversa tutta la città, partendo da Staten Island, attraversando Brooklyn e Queens, passando nel Bronx e finendo a Manhattan, in uno spettacolare arrivo a Central Park. Tutto il percorso è costellato da migliaia di runner e milioni di spettatori, cori e cartelli di incoraggiamento, suoni e colori: tutto contribuisce a creare un’atmosfera elettrizzante e indescrivibile. Correre a New York è come attraversare la metropoli dei sogni, con ogni passo che ti avvicina a un traguardo che è tanto fisico quanto simbolico.
Si dice che l’esperienza sia composta da tre “imprese”:
- Fase 1, il trasferimento dall’hotel alla linea di partenza che si trova a Staten Island, per raggiungere la quale devi fare un viaggio di 2-3 ore tra autobus e tragetto. Per questo la sveglia dei partecipanti deve suonare molto presto!
- Fase 2, la maratona! 42 km e 195 metri di sali e scendi, di sorrisi, lacrime e sudore, di musica, urla e un breve tratto di silenzio (quando attraversi il quartiere ebraico).
- Fase 3, il rientro in hotel dopo aver tagliato il traguardo. Vieni convogliato in un torrente umano che prolunga il tuo tragitto di qualche chilometro prima di farti uscire definitivamente da Central Park (e questi ultimi chilometri sì che si sentono!).
Così la giornata di gara inizia alle 4:00 del mattino e può terminare a sera inoltrata, proprio come nel caso di una gara di IRONMAN.

Il percorso di trasformazione di chi è partito da zero.
Quando abbiamo iniziato questo percorso, alcuni dei protagonisti di questo viaggio non erano solo fisicamente fuori forma, erano sopraffatti dall’idea di doversi allenare regolarmente, di impegnarsi per mesi e di doversi confrontare con una sfida così grande. Alcuni avevano piccoli infortuni pregressi, altri temevano di non riuscire a gestire il carico di allenamento, altri ancora avevano paura dell’ignoto. Non sapevano cosa aspettarsi dalla maratona, né se sarebbero stati davvero capaci di completarla.
Ma, passo dopo passo, è iniziata la trasformazione di Nora, Alessandro, Massimiliano, Adriano, Francesca, Olindo.
L’Impegno nei giorni più duri.
In estate, l’allenamento con il caldo è stato molto impegnativo: la tentazione di rimandare era forte. Ci sono stati allenamenti sotto la pioggia, nelle fredde mattine d’autunno, e persino giornate di pura sfiducia, in cui sentivano di non poter continuare. Ma abbiamo affrontato tutto insieme, e grazie al supporto del coaching, sono riusciti a trovare dentro di loro la forza per superare ogni ostacolo.
La resilienza contro la paura e il dolore.
Ciascuno di loro ha dovuto affrontare momenti di difficoltà fisica, come dolori muscolari, piccoli infortuni o la paura di farsi male durante un allenamento. Ma ogni volta che uno di loro si trovava davanti a una difficoltà, abbiamo lavorato insieme per trasformarla in un’opportunità. La paura è stata lentamente sostituita da una fiducia crescente, costruita chilometro dopo chilometro.
La magia del traguardo a New York.
E poi, finalmente, è arrivato il giorno della maratona. Vedere i miei atleti attraversare il traguardo è stato indescrivibile. Ogni volto portava i segni della fatica, ma anche di una gioia e di un orgoglio che solo un traguardo così epico può dare. Erano partiti con timori e insicurezze, e sono arrivati come eroi, con la certezza di aver vinto non solo una gara, ma una sfida personale che ha trasformato il modo in cui vedono sé stessi e il mondo.
Perché vale la pena correre la maratona di New York una volta nella vita
Correre la Maratona di New York significa immergersi in una città che si riunisce per sostenere ciascun runner, indipendentemente da età, provenienza o abilità. A New York si vede di tutto, dal giovane diciottenne (età minima per partecipare) all’ottantenne, dall’esordiente neomaratoneta al veterano che ne ha già fatte qualche centinaio, dal normodotato alla persona che corre con le stampelle, in carrozzina o con protesi alle gambe, o addirittura il non vedente accompagnato dalla sua guida. E non mancano mai i runner travestiti da personaggi dei film, come ad esempio Spiderman, Forrest Gump, Superman ecc. Nella mia esperienza da maratoneta non ho ancora trovato una località cosi speciale come New York, in cui l’evento della maratona sia così particolare e sentito e vissuto indirettamente e con passione anche dal pubblico. Per molti è la maratona per eccellenza, un viaggio dentro sé stessi che lascia il segno.
- È una sfida di trasformazione: non importa da dove partì, e nemmeno che prestazione realizzi in gara, la maratona di New York cambia ogni runner, sia chi la corre che chi la cammina. Trasforma paura e insicurezza in coraggio e determinazione, passo dopo passo, attraverso il percorso.
- Unisce e crea comunità: ti fa sentire parte di qualcosa di grande e universale. Correre fianco a fianco con persone provenienti da tutto il mondo crea un senso di appartenenza unico.
- Dà la forza di superare i limiti: ognuno percepisce un proprio limite, fisico e mentale, e New York offre la spinta per superarli, grazie all’energia della città e al supporto incessante degli spettatori.
La Maratona di New York è un viaggio epico, una storia di forza, resistenza e di scoperta. Non importa quanto sei preparato, ogni partecipante si trova a scoprire un lato di sé che non conosceva, a diventare un po’ più eroico. Questo è il motivo per cui vale davvero la pena farla una volta nella vita.
Il circuito Abbott World Marathon Major
La maratona di New York fa anche parte del circuito delle maratone più famose del mondo, Abbatt World Marathon Major, un campionato a punti che comprende sette gare di maratone cittadine riconosciute come le più importanti del calendario: New York, Chicago, Boston, Londra, Berlino, Tokyo e l’ultima arrivata e appena introdotta Sidney.
Un vero giro del mondo di corsa!

Concludo questa carrellata di informazioni con questa conclusione: la maratona di New York ti cambia la vita.
Lungo gli anni di esperienza come coach ho visto nascere tanti maratoneti ed assistito a storie di trasformazione e rinascita pazzesche (oltre alla mia storia personale) grazie alle quali continuo ad avere la conferma che SI PUO’.
Si può rinascere dopo un periodo buio, si può scoprire sempre un nuovo pezzo di sè, e il viaggio di preparazione per una maratona, e in particolare la maratona di New York, ti permette di farlo!
Non importa la tua età, non importa se sei fuori forma (anzi, può essere un ottimo pretesto per riprendere la guida del tuo stile di vita), non importa se non hai mai corso prima. E’ possibile raggiungere un traguardo come questo conquistando tanti piccoli obiettivi intermedi.
Se anche tu hai un sogno che sembra troppo grande, ricordati che è possibile: con un passo alla volta, con la giusta guida e supporto, anche tu puoi diventare l’eroe della tua storia.
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